In relazione a quanto in oggetto, appare necessario fare il punto della situazione, chiarendo gli aspetti della vicenda.
L’ Ente Gestore, su sollecitazione di questa Dirigenza, ha provveduto ad installare una nuova caldaia che sostituisse quella non funzionante al piano secondo della struttura di via Annunziatella. Alla ripresa delle attività, con l’emergenza freddo di questi giorni, la nuova caldaia non ha funzionato regolarmente. A seguito di continue interlocuzioni con i responsabili dell’Ente Gestore, da un approfondito intervento tecnico sulle cause, è emerso che la scheda elettronica della nuova caldaia non funziona per cui in data 11 gennaio u.s., il predetto Ente ha provveduto a richiedere alla casa madre della caldaia una nuova scheda. Allo stato, l’Ente Gestore, nella persona del Responsabile tecnico preposto al settore, si è impegnato a sollecitare la risoluzione della problematica con il conseguente controllo di tutto l’impianto che eroga il riscaldamento in tutti i piani, al fine di garantire la temperatura idonea allo svolgimento delle attività scolastiche. Questi i fatti documentati agli atti.
In qualità di Dirigente scolastico prendo atto del profondo disagio degli studenti, dei Docenti, e del Personale allocati al secondo piano. Non posso però tollerare il metodo con cui il disagio si è espresso : mi riferisco alla minacciata occupazione dell’ Istituto e all’ episodio dell’ 11 gennaio u.s., di occupazione simbolica dell’ Ufficio di Presidenza.
La Scuola è una pubblica amministrazione ed è un bene di tutti ove si svolge un servizio pubblico che consente l’ attuazione del Diritto allo studio, consacrato nella Carta Costituzionale. Impedire l’ esercizio di questo primario diritto, interrompendone o turbando il suo espletamento è un reato, punito ai sensi dell’ art. 340 del codice pensale, che recita : “Chiunque, fuori dei casi stabiliti da particolari disposizioni di legge ( 330,331,431,432,433 ), cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, è punito con la reclusione fino ad un anno. I capi, promotori od organizzatori sono puniti con la reclusione da uno a cinque anni”. Ciò a prescindere dai fatti che ne sono causa.
Giova rappresentare che la Scuola, prima di insegnare le competenze specifiche, ha come compito essenziale di formare la coscienza di cittadini, consapevoli e responsabili dei propri diritti ma anche dei propri doveri per costruire una società fondata sulla pacifica convivenza in cui si rispettano ruoli e funzioni. Il metodo per pervenire a questo risultato è l’educazione al dialogo che metta al bando ogni forma di violenza morale e materiale su cui si innestano atteggiamenti intimidatori che vanno fermamente stigmatizzati e contrastati in qualsivoglia circostanza e luogo. Ciò deve essere chiaro e condiviso da tutte le Componenti. In caso contrario, è attribuzione propria dell’Autorità Giudiziaria, accertare e punire ogni eventuale condotta illecita, ove concretamente ravvisabile.
Pertanto, la scrivente Dirigente scolastica, oltre a svolgere un ruolo di continua interlocuzione nei confronti dell’Ente Gestore, deputato a risolvere il problema, se non dovesse risolversi tempestivamente, si vedrà costretta ad adottare interventi suppletivi fino all’instaurazione del doppio turno pur di garantire il diritto allo studio.
Si confida nella consueta collaborazione dei Docenti e delle Famiglie nell’interesse comune di consentire il sereno espletamento di un servizio pubblico essenziale per il futuro degli allievi.
Il Dirigente scolastico
Prof.ssa Giuseppina Principe
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